giovedì 7 dicembre 2006

Come si manifesta il gioco di faccia nel comportamento degli interlocutori?

Saper preservare la “faccia”, propria e dell’interlocutore, equivale in sostanza a ciò che nel linguaggio comune chiamiamo essere “educati”. Viene tradotto in parte attraverso l’uso di convenzioni sociali, che comprendono aspetti verbali e comportamentali.
Come evidenziato da Brown e Levinson, che hanno sviluppato la teoria delle facce di Goffman, “l’educazione” e le convenzioni permettono di conciliare la necessità di preservare le facce con il fatto che la maggior parte degli atti linguistici costituiscono potenziali minacce. Queste convenzioni sociali si possono suddividere in due categorie:


  • quelle che consentono di attenuare una possibile “minaccia” (Face Threatening Act secondo la linguista C. Kerbrat Orecchioni) e comprendono aspetti verbali e non-verbali

  • quelle “produttive” che consistono nel mettere in atto pratiche benefiche per l’altro (promesse, complimenti…).

Le funzioni linguistiche quali richiesta, consiglio, ordine, rimprovero, costituiscono una potenziale minaccia per la “faccia” dell’interlocutore. Oltre ad alcune modalità comportamentali (sorriso, sguardo, tono di voce), esistono tante modalità verbali per attenuare la “minaccia” (Face Threatening Act secondo la linguista C. Kerbrat Orecchioni) :

  • formulazione indiretta o impersonale: “è vietato fumare qua” anziché “non devi fumare”
  • uso della litote “non è molto cordiale…”, “è un po’ salato”
  • formulazione negativa “non ti va di…?”
  • uso del condizionale “avresti una sigaretta?”
  • uso dell’imperfetto: “volevo sapere se…”
  • aggiunta di premesse “mi chiedevo se potevi…” anziché “puoi…?”

La comunicazione elettronica, invece, richiede più tempo ed è priva di elementi extra-linguistici come la postura, il tono di voce e la mimica facciale. Tale mancanza viene compensata attraverso l'uso di smiles, ovvero simboli grafici che simulano la mimica facciale e consentono, quindi, di dare una connotazione affettiva, che, ad esempio, può essere scherzosa o arrabbiata, ad un messaggio scritto.

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