giovedì 7 dicembre 2006

Quali sono le tecniche che ognuno ha a disposizione per “salvare la faccia”?

Goffman cita:

  • il processo di elusione che consiste nell’evitare le situazioni che presentano un potenziale pericolo per la faccia. Questo processo può essere attuato in vari modi, come ad esempio l’adottare un tono scherzoso, il cambiare argomento (come azioni difensive) oppure il far finta di non notare una situazione imbarazzante per l’interlocutore (come azione protettiva)
  • il processo correttivo che consiste per esempio nel cercare di dimostrare che la situazione di “offesa” non ha di fatto avuto gli effetti negativi che si potevano temere, oppure che questa situazione non era voluta o che l’atto aveva un’intenzione scherzosa. Sono strategie di “ridefinizione dell’atto offensivo” (Goffman, ibidem, p. 24).
Nelle e-mail, però, questo processo correttivo non può avvenire in tempo reale: questo può innescare situazioni equivoche ed incomprensioni non immediatamente sanabili. Se viene a mancare il processo correttivo, vi può essere una situazione di interruzione dell’interazione, che ha per effetto quello di negare all’offensore lo status di interlocutore.

Tutte queste strategie, ed in particolare i processo di elusione, trovano più facile applicazione nella comunicazione a distanza in quanto essa consente un maggiore controllo sulla situazione. Si ha il tempo di elaborare una risposta adeguata per “salvare la faccia”, eliminando il rischio dell’impulsività”. Questo avviene in misura attenuata nella chat poiché questa nuova modalità di comunicazione prevede un “botta e risposta”.

A queste tecniche “primarie” si aggiungono strategie molto più complesse e sottili, come la collaborazione, che consiste nel prevenire possibili “gaffe” dell’interlocutore anticipandola, in modo da evitare per sé una situazione di offesa, e per l’altro una situazione d’imbarazzo in cui perderebbe la faccia. L’uso di figure retoriche, tono scherzoso, auto-ironia sono esempi di strategie elaborate che rientrano nel meccanismo del gioco di faccia.
Questa “collaborazione” caratterizza le comunicazione face to face. La comunicazione elettronica, invece, è caratterizzata da una cooperazione debole, mentre una conversazione face to face "si svolge in una situazione cooperativa costantemente controllata da una serie di successivi adattamenti e di correzioni reciproche"
Si veda Galimberti, Riva, La comunicazione virtuale, Guerini, Milano, 1997.

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